Conto corrente: quanti soldi è davvero utile tenere e quali rischi si corrono?

La scelta di quanti soldi tenere sul conto corrente e la consapevolezza dei rischi che si corrono sono questioni fondamentali per la gestione del proprio patrimonio, sia da parte dei privati che delle imprese. Il conto corrente, infatti, non è solo uno strumento di pagamento e di risparmio quotidiano, ma anche uno specchio della propria capacità di gestire la liquidità in modo razionale e consapevole.

Sul conto corrente, il denaro depositato è facilmente accessibile, pronto per essere utilizzato in qualsiasi momento, sia per acquisti sia per il pagamento di utenze, affitti, spese ricorrenti e imprevisti. Questo livello di liquidezza immediata rappresenta il principale vantaggio rispetto ad altri strumenti finanziari, che invece richiedono tempi di disinvestimento o presentano vincoli temporali. Grazie al conto corrente, inoltre, è possibile automatizzare i pagamenti, emettere assegni, utilizzare i servizi di bonifico e godere di carte di debito e di credito, tutto in un unico portafoglio virtuale.

Quanti soldi è davvero utile tenere sul conto corrente?

La risposta a questa domanda dipende dalle proprie esigenze finanziarie e dal profilo di rischio personale. In linea generale, la strategia più equilibrata è quella di mantenere sul conto solo la liquidità necessaria per coprire le spese quotidiane e le eventuali necessità nell’immediato futuro. L’obiettivo è avere a disposizione, in modo immediato, una somma sufficiente a fronteggiare le uscite prevedibili e gli imprevisti più comuni.

Un buon punto di riferimento è rappresentato dalla creazione di un cuscinetto finanziario, che comprenda le spese mensili ricorrenti (affitto, bollette, alimentari, benzina, ecc.) per almeno 1-2 mesi, più un 30% aggiuntivo per eventuali emergenze o spese non previste. Chi preferisce essere più prudente, ad esempio chi ha flussi di reddito irregolari o responsabilità familiari, potrebbe valutare di estendere questo cuscinetto fino a coprire 3-6 mesi di spese, sempre con una quota extra per imprevisti.

Questo approccio permette di evitare il rischio di rimanere al verde, senza però immobilizzare sul conto corrente somme troppo elevate rispetto alle proprie reali necessità. Infatti, tenere troppi soldi fermi sul conto corrente può esporre il patrimonio a un rischio meno evidente ma molto concreto: l’erosione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione. In un contesto in cui i rendimenti dei conti correnti tradizionali sono pressoché nulli – o comunque molto inferiori al tasso di inflazione – il capitale depositato perde nel tempo capacità di acquisto. In pratica, con un’inflazione al 5%, ad esempio, 10.000 euro fermi sul conto valgono circa 9.500 euro in termini reali dopo un anno. Il consiglio, quindi, è quello di diversificare, destinando la parte eccedente delle proprie risorse a strumenti di investimento più efficienti, che possano almeno proteggere il capitale dall’inflazione o, ancora meglio, farlo crescere nel tempo.

I rischi del conto corrente

Un primo aspetto da considerare è la sicurezza. In Italia, i depositi fino a 100.000 euro per titolare e banca sono protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, un’assicurazione che garantisce il rimborso del capitale anche in caso di fallimento della banca. Ciò significa che, entro tale soglia, il rischio di perdere i propri risparmi è molto basso e legato solo agli eventi estremi. Tuttavia, il conto corrente in sé non offre alcun rendimento e, come già detto, il denaro può essere eroso dall’inflazione.

Un altro rischio, spesso sottovalutato, è legato al tenere denaro in conti distribuiti tra più banche o filiali. Avere più conti correnti può aumentare la complessità della gestione quotidiana, esporre a spese aggiuntive (canoni mensili, imposta di bollo, commissioni, ecc.) e aumentare il rischio di finire in rosso su uno dei conti, spalmando il capitale disponibile e riducendo la liquidità effettivamente accessibile. In particolare, per saldi superiori a 5.000 euro, lo Stato applica un’imposta di bollo di 34,2 euro l’anno per i privati (100 euro per le imprese), che raddoppia in caso di più conti.

Inoltre, le commissioni e i costi di gestione possono incidere sul patrimonio, soprattutto se si utilizzano servizi aggiuntivi (carte di credito, bancomat, domiciliazioni, ecc.). Alcune banche online offrono conti con spese minori o addirittura gratuite, ma spesso pongono limiti al numero di operazioni mensili.

Un terzo aspetto da non trascurare riguarda la burocrazia e la sicurezza informatica: tenere denaro su un conto significa anche dover gestire le credenziali di accesso, proteggersi dal rischio di frodi e phishing, aggiornare i dati personali e monitorare costantemente i movimenti per individuare eventuali anomalie.

Strategie avanzate di gestione del conto corrente

Per ottimizzare la gestione del conto corrente e ridurre i rischi, è possibile adottare alcune strategie pratiche. Innanzitutto, monitorare periodicamente i saldi e i movimenti, magari attraverso l’home banking, permette di evitare sorprese e di intervenire tempestivamente in caso di addebiti anomali o spese non previste. Inoltre, impostare notifiche via SMS o e-mail può aiutare a tenere sotto controllo il conto.

La scelta del conto giusto è fondamentale: prevedere un conto principale per le spese fisse e uno secondario per obiettivi specifici (es. vacanze, progetti domestici, emergenze) può semplificare la gestione, purché si tenga traccia delle spese e dei versamenti su ciascuno. Le banche online, spesso più economiche rispetto alle filiali tradizionali, rappresentano un’opzione valida per contenere i costi, a patto di valutare attentamente le condizioni contrattuali e le limitazioni operative.

Automatizzare i pagamenti e le domiciliazioni può ridurre gli errori e le dimenticanze, ma richiede un controllo costante per evitare addebiti duplicati o non autorizzati. Inoltre, è utile mantenere aggiornati i dati personali presso la banca e considerare l’apertura di conti congiunti o cointestati solo se strettamente necessario, data la maggiore complessità gestionale.

Quando è davvero utile aumentare la liquidità sul conto corrente?

Ci sono situazioni in cui può essere ragionevole aumentare la liquidità disponibile sul conto corrente. Ad esempio, prima di affrontare spese importanti e previste (acquisto di una casa, ristrutturazioni, viaggi, ecc.), può essere conveniente accumulare i fondi necessari su un conto, per poi disporre immediatamente delle somme al momento opportuno. Allo stesso modo, in periodi di incertezza economica o di crisi, è consigliabile disporre di un cuscinetto maggiore per fronteggiare eventuali emergenze o momentanei cali di reddito.

Tuttavia, è fondamentale ricordare che il conto corrente non è uno strumento di investimento, ma uno strumento di liquidità. Oltre una certa soglia, il denaro depositato perde valore a causa dell’inflazione e rischia di non essere impiegato in modo proficuo. In questo senso, la diversificazione tra conto corrente e altri strumenti finanziari (depositi vincolati, obbligazioni, fondi comuni, azioni, ecc.) rappresenta la strategia ottimale per proteggere e far crescere il proprio patrimonio nel tempo.

Suggerimenti pratici per una gestione consapevole

  • Calcola le tue spese mensili e tieni conto anche delle uscite non ricorrenti, ma prevedibili (assicurazioni, manutenzioni, spese sanitarie).
  • Definisci un cuscinetto di liquidità adeguato al tuo stile di vita: da 1-2 mesi di spese per chi ha una situazione stabile, fino a 3-6 mesi per chi preferisce una maggiore sicurezza.
  • Monitora costantemente il conto, anche attraverso l’app della banca, per evitare di perdere il controllo dei movimenti e delle commissioni.
  • Riduci al minimo i conti correnti attivi, soprattutto se non strettamente necessari, per limitare le spese.
  • Considera l’apertura di un conto online per le operazioni quotidiane, riservando il conto principale a funzioni più complesse.
  • Non eccedere con la liquidità sul conto corrente: oltre il cuscinetto di sicurezza, investi il resto in strumenti con rendimenti almeno pari all’inflazione.
  • Il conto corrente, insomma, è uno strumento straordinariamente utile se gestito con attenzione e consapevolezza. La chiave è trovare il giusto equilibrio tra liquidezza, sicurezza e rendimento, senza lasciarsi tentare dalla comodità di tenere tutto “a portata di bancomat”. In questo modo, sarà possibile proteggere i propri risparmi, ottimizzare la gestione finanziaria e restare pronti ad affrontare sia le sfide quotidiane sia quelle più impreviste.

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