Orologio alla mano: ecco quante ore lavora davvero una donna delle pulizie

Il lavoro delle donne delle pulizie è spesso caratterizzato da una notevole variabilità degli orari, che dipendono strettamente dal luogo in cui viene svolta l’attività, dalle esigenze dell’azienda committente e dall’organizzazione interna delle imprese di servizi. A differenza delle professioni con orari fissi e prestabiliti, le lavoratrici di questo settore si trovano frequentemente a dover adattare il proprio calendario, rendendo difficile quantificare con esattezza il monte ore effettivo.

Durata media di una giornata lavorativa

Secondo le principali fonti di settore, il monte ore settimanale per una donna delle pulizie può variare notevolmente. In molti casi, il loro impiego non raggiunge le 40 ore settimanali di un classico impiego full-time. Spesso si tratta di orari suddivisi in turni, che possono svolgersi al mattino presto, alla sera tardi o addirittura durante la notte, specialmente quando si opera in edifici pubblici o privati dopo l’orario di apertura normale per non ostacolare le attività lavorative principali e per facilitare le procedure di pulizia senza presenza di impiegati o clienti.

Ad esempio, chi lavora in un hotel o in una struttura ricettiva può essere impegnata per turni da 7-8 ore al giorno, dalle 9 alle 17, anche nei fine settimana. In altri contesti, come condomini, uffici di medie o piccole dimensioni o case private, non è insolito trovare donne delle pulizie che lavorano 3 o 4 ore al giorno, con impegni che vanno dalle poche ore saltuarie fino a servizi periodici, come due o tre volte a settimana. Alcune offerte di lavoro specificano chiaramente orari come “3 ore al giorno”, segno che gli incarichi part-time sono molto diffusi nel settore.

Variabilità degli orari e contesti di impiego

Le fluttuazioni degli orari dipendono principalmente dal tipo di incarico:

  • Imprese di pulizia: spesso assumono personale che lavora su più cantieri, dividendo la giornata lavorativa in diverse fasce orarie a seconda delle richieste dei clienti.
  • Uffici e aziende: in questi ambienti, le pulizie sono generalmente svolte fuori dagli orari di apertura, richiedendo la presenza del personale nel tardo pomeriggio o la sera, spesso con più turni al giorno.
  • Strutture sanitarie: necessitano di pulizia costante e ripetuta per garantire alti standard igienici, talvolta con turni anche notturni e nel fine settimana.
  • Abitazioni private: le donne delle pulizie possono essere impiegate regolarmente solo per alcune ore settimanali, a seconda dell’accordo con il datore di lavoro.

Questa modularità consente una certa flessibilità ma rende anche più precarie le condizioni lavorative, soprattutto per chi non gode di un contratto a tempo pieno o indeterminato. Nel settore privato, non mancano casi in cui si lavora “a chiamata”, adattando l’orario alle singole richieste delle famiglie o delle aziende clienti.

Retribuzione e monte ore globale

La paga oraria per le donne delle pulizie si attesta generalmente tra i 5 e i 15 euro lordi a seconda dell’esperienza, della città e del tipo di contratto. Questo aspetto rafforza l’importanza del monte ore lavorato: chi lavora per meno di 20-30 ore settimanali può ritrovarsi con uno stipendio molto lontano da quello di altri settori più regolamentati. È comune che una lavoratrice accumuli diversi incarichi part-time presso clienti diversi per cercare di raggiungere una retribuzione dignitosa.

L’orario di lavoro complessivo, in una settimana tipo, può quindi oscillare ampiamente:

  • Tra le 10 e le 20 ore settimanali per chi ha incarichi saltuari o presso piccole unità abitative.
  • Oltre le 30-35 ore per chi lavora stabilmente in strutture alberghiere, sanitarie o grandi uffici, magari con più turni giornalieri.
  • Raramente si raggiungono 40 ore settimanali continuative, il che avviene principalmente in contesti di grandi dimensioni o tramite il cumulo di più contratti.

Fattori che influiscono sulla quantità di lavoro

Numerosi fattori impattano sulle ore lavorate da una donna delle pulizie, tra cui:

  • Tipo di contratto: molti operatori del settore sono impiegati con contratti part-time, a chiamata o a tempo determinato. In altri casi, il rapporto di lavoro è inquadrato come lavoro domestico regolare, soprattutto nelle abitazioni private.
  • Dimensioni e tipologia degli ambienti: una casa privata richiede generalmente meno tempo rispetto a un intero stabile aziendale o a un hotel.
  • Numero di clienti o incarichi: spesso, per raggiungere un monte ore soddisfacente, la lavoratrice deve distribuire le ore di servizio su più clienti nella stessa giornata o settimana.
  • Periodo dell’anno: durante le ferie estive o le festività, alcune strutture chiudono o limitano le attività, riducendo le opportunità di lavoro. Al contrario, in periodi di attività intensa (ad es. fiere, festività), si può arrivare a orari straordinari.
  • Sesso ed età: sebbene l’attività sia storicamente femminile, la crescente domanda sta portando anche personale maschile. Tuttavia, le statistiche continuano a segnalare una maggioranza femminile per questo mestiere. Lavoro domestico e addetta alle pulizie restano sinonimi in molte realtà, con un carico orario e fisico spesso sottovalutato.

La flessibilità come risorsa e limite

Per molte donne, la possibilità di gestire autonomamente gli orari rappresenta una risorsa preziosa, in quanto permette di conciliare meglio lavoro e famiglia, o altri impegni personali. Tuttavia, questa flessibilità, soprattutto se accompagnata dall’assenza di tutele e contratti chiari, può accentuare la precarietà. Senza orari garantiti – e ancor di più in assenza di un contratto regolare – la somma delle ore effettive lavorate può risultare inferiore alle aspettative.

L’impatto sulla qualità della vita

L’alternanza tra giornate di lavoro intense e lunghi periodi senza incarichi incide profondamente non solo sul reddito, ma anche sulla qualità della vita e sul benessere psicofisico delle lavoratrici. Spesso la necessità di lavorare in orari “invisibili” (sera, notte, weekend) sottrae tempo alle relazioni familiari e sociali, generando stress e stanchezza cronica.

In conclusione, non esiste una cifra univoca per il numero effettivo di ore lavorate da una donna delle pulizie: le condizioni variano da caso a caso, influenzate da contratto, settore, tipo di incarico e organizzazione personale. La media settimanale va tipicamente dalle 15 alle 30 ore, ma possono esserci notevoli differenze tra chi opera in ambito privato e chi lavora presso grandi aziende o strutture ricettive. La trasformazione del settore e il ricorso sempre maggiore a formule di lavoro flessibile sottolineano l’importanza di una regolamentazione che tuteli sia il diritto al lavoro che il benessere di queste professioniste essenziali alla società.

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